Via della Pontara è rimasta chiusa e non è morto nessuno
Intervento inviato a “L’Adige” il 9 novembre 2024, pubblicato il 12 novembre 2024.
Caro Direttore,
Non vivo più a Trento da un paio d’anni ma ho avuto recentemente occasione di
tornare, seppur per poco tempo. In questa circostanza un poco nostalgica son
passato per Via della Pontara, dove prima risiedevo, e l’ho trovata chiusa al
traffico automobilistico (e in alcune fasce orarie anche a quello pedonale), a
causa di lavori alle linee del gas.
Non so per quanto tempo la strada sarà parzialmente bloccata, ma sono sicuro
che non morirà nessuno. Automobiliste e automobilisti che usavano questa via
che nel punto più stretto non raggiunge i tre metri di larghezza, senza
marciapiedi e con pendenze oltre il 15% hanno trovato delle vie alternative,
sicuramente più consone. Le persone che la percorrono quotidianamente a piedi,
e che si vedono ogni giorno sfiorare dalle automobili, urtare con gli
specchietti (mi è capitato personalmente più di una volta), strombazzare e
insultare per questo atto così osceno che è esistere e camminare su una
pubblica via, avranno tirato per un po’ un sospiro di sollievo.
Percorrendo Via della Pontara in questa rara occasione di quiete e libertà ho
poi potuto ancora una volta apprezzare la bellezza di una strada scavata nella
roccia, un balcone con una delle più belle viste sulla città e il Castello del
Buonconsiglio, che andrebbe certamente valorizzata anziché vilipesa dal
passaggio e dalla sosta delle automobili. È molto facile immaginarla percorsa
dalle comitive turistiche, a completamento dell’anello che parte dalla nuova
Piazza Mostra e dalle pedonalizzazioni di Via S. Martino. Solo un poco di
immaginazione in più e si potrebbe pensare a un nuovo giardino pubblico nel
lotto abbandonato in cima alla salita, ad attrezzare le pareti rocciose per gli
appassionati di arrampicata, ad aggiungere qualche panchina e qualche albero
per offrire ristoro ai nostri anziani…
Mi rivolgo dunque all’amministrazione cittadina affinché non sprechi questa
occasione, ma colga invece la palla al balzo e renda permanente l’apertura
della strada alle persone tramite la chiusura alle auto. Una sperimentazione
con un cosiddetto filtro modale (nome pomposo per due paletti che consentono
alle persone a piedi e in bicicletta di proseguire ma sbarra la strada alle
auto) ha un costo irrisorio per le casse cittadine ma un potenziale
inestimabile per i suoi abitanti.